Intervista di Alessia Mocci a Cristina Petrini ed al suo “Schegge di ordinaria follia”

La giovanissima ventiduenne Cristina Petrini è l’autrice di una raccolta di pensieri, poesie e memorie che ha visto la pubblicazione nel 2010 presso la casa editrice Albatros Il Filo. “Schegge di ordinaria follia” è un viaggio pregno di esperienze e racconti vissuti dell’autrice che vede una lunga gestazione ed una forte determinazione emozionale. Un viaggio che si interessa dei piccoli dettagli della vita come un compagno di classe o una sigaretta fumata durante la pausa dalle lezioni.

L’autrice è stata molto disponibile nel rispondere ad alcune nostre domande, le risposte hanno portato alla luce un malessere profondo di Cristina verso l’andamento del mercato letterario e delle possibilità negate ad una giovanissima.

A.M.: Cristina Petrini ha sempre sognato di far la scrittrice. Ora che questo sogno è diventato realtà qual è la sensazione maggiore che provi?

Cristina Petrini: Senza dubbio scrivere è stato un sogno coltivato non da sempre, ma che è sbocciato all’improvviso. Alle scuole medie inferiori venivo sempre denigrata perché la mia migliore amica scriveva temi bellissimi e venivo invitata a prenderla ad esempio e quasi odiavo scrivere. Poi alle superiori come qualsiasi cosa che si odia si è trasformato in amore puro.
Ora che questo mio sogno è diventato concreto e tangibile, mi muove qualcosa dentro e mi fa pensare che allora le favole sentite da bambini non sono del tutto false quando ti dicono “che il sogno realtà diverrà”. Ciò mi emoziona e mi spinge a voler sentire sempre più questa emozione, scrivendo ancora ed arrivando a sempre più persone.

A.M.:  “Schegge di ordinaria follia” è un unione di pensieri, memorie e poesie.  Quanto tempo hai impiegato a terminare il libro?

Cristina Petrini: Il libro ha iniziato la sua genesi il primo anno della scuola superiore ed è terminato l’anno scorso. Può sembrare a prima vista piccolino, ma è stato iniziato come un
diario personale dove riversare i miei pensieri di un preciso momento affinché non scappassero via.
Tutto è nato quando sono venuta a conoscenza del concorso della casa editrice Albatros il
Filo che cercava Nuovi Autori da pubblicare, così ho deciso di unire tutti i pensieri di quel diario e di dargli una forma, la stessa forma del libro oggi pubblicato.

A.M.:  Qual è la percentuale della vita di Cristina è presente in “Schegge di ordinaria follia”?

Cristina Petrini: Senza dubbio la percentuale potrebbe essere considerata al 100%, c’è tutto
dalle mie emozioni personalissime alle numerose storie di vita che ho incrociato direttamente o che ho potuto osservare da lontano o che ancora ho potuto udire in racconto di vita.
Niente è stato riportato pari passo, tutto è stato romanzato aggiungendoci elementi salienti o più epici, ma senza dubbio ci sono storie di tutti i giorni vere con i suoi lati negativi e positivi.


A.M.:
Avvicineresti il tuo stile personale a qualche corrente letteraria oppure autore?

Cristina Petrini: Quando iniziai a capire che scrivere per me stava diventando importante tanto da voler farlo diventare più di un hobby, cioè una vera e propria necessità per vivere, ho cercato disperatamente di collocarmi in uno stile o di assomigliare un autore, ma senza un vero successo.
Posso solo dire di essere stata influenzata da J.K.Rowling e da una sua caratteristica ben precisa: i dettagli.
C’è un capitolo di “Harry Potter e l’Ordine della Fenice” quando Harry è nello studio di Silente e descrivere i sentimenti contrastanti dentro di lui dopo la morte di Sirius. Ecco riconduco tutto a quel capitolo, a quell’episodio, come fonte di quello che sono oggi, di uno scrivere che vuole arrivare ben oltre all’apparenza e alla descrizione della stanza, ma andando direttamente al cuore del personaggi cercando di rendere tangibili e concreti elementi come i sentimenti e le emozioni umane.

 

A.M.: È stato complesso trovare una casa editrice interessata al tuo lavoro?Come ti trovi?

Cristina Petrini: Senza dubbio quando ho iniziato questo percorso l’ho fatto non credendoci troppo. Non pensavo che bastasse piacere ad una casa editrice e pagare un elevata
somma per poter pubblicare, quindi non ci avevo provato e quando l’ho fatto è stato per gioco.
Poi il sogno è diventato realtà e adesso sto rifacendo lo stesso percorso per il mio secondo libro.
Non posso dire di trovarmi male, mi hanno organizzato una presentazione, un’intervista
radio e hanno pubblicizzato il mio libro, ma penso che quello che serva veramente è seguire l’autore ed aiutarlo a crescere in questo settore facendogli pubblicare altri libri.

È una giungla dove il tuo libro viene pubblicato, ma da lì in poi è tutta una strada in salita che nessuno ti aiuta a percorrere e che devi imparare a conoscere strada facendo …

A.M.:  Pensi che la tua giovane età possa in qualche modo aggredire una sorta di credibilità da parte dei lettori?

Cristina Petrini: Quando mi è capitato di parlare del mio libro tutti mi hanno fanno notare il fatto che sono una ragazza di appena 22 anni con una sorta di libro di memorie, probabilmente perché si associa tale nome solo a libri scritti da autori molto avanti con l’età e quindi anziani e di conseguenza considerati a prescindere saggi.
Credo semplicemente che tutti abbiamo qualcosa da raccontare, non tanto l’età che abbiamo e la lunghezza del percorso di vita che abbiamo fatto, ma il modo nel quale abbiamo vissuto. Conosco persone della mia età che sì non hanno ancora saggiato nulla della vita, ed altre che lo hanno fatto più di uomini di 50 o 60 anni.
Quindi che cos’è l’età se non un mero numero sulla carta d’identità? Ciò che ci classifica come persone sono le nostre esperienze che grandi o piccole ci fanno decidere che uomini e donne saremo.
Quindi sì, la mia età spesso fa storcere il naso a qualche lettore che mi considera troppo piccola per descrivere tali esperienze di vita, senza domandarsi però il come mai tutto sommato io le abbia comunque vissute …

A.M.:  Quando hai presentato il libro ufficialmente?
Cristina Petrini: Ho potuto fare solamente due presentazioni ufficiali: la prima, alla MD Bookshop di Milano insieme ad altri autori della mia catena organizzata dalla casa editrice che è stata molto interessante ed emozionante perché ho potuto anche confrontarmi con altri autori, e la seconda, presso la Libreria Diffusione e Cultura della mia città dove però sfortunatamente non si è presentato nessuno nonostante i miei inviti e quelli fatti, insieme a
numerosa pubblicità, dal proprietario o almeno così lui mi detto …
Ho imparato a muovermi solo con le mie gambe e ho cercato altre librerie dove presentare, ma ogni mia richiesta o domanda è andata a vuoto visto che nessuna libreria ha avuto la decenza di rispondere.
Ho cercato di denunciare la fatica di un autore a farsi conoscere su giornali come quelli locali della mia città fino a riuscire ad approdare addirittura al “Il Giornale” cercando io stessa giornalisti disposti a far sentire la mia voce, senza riuscire a cambiare le carte in tavola.
Prossimamente ho intenzione di fare un’ennesima presentazione nella mia città, nella speranza che vada a buon fine, nella speranza che a furia di urlare qualcuno prima o poi mi senta …

 

E speriamo che l’appello di Cristina faccia riflettere. È diventato semplice pubblicare ma d’altra parte più complesso aver risonanza sul pubblico. La pubblicità è molto importante qualunque sia il mezzo interessato. Noi abbiamo voluto dar voce alle lamentele della giovane autrice così che altri autori possano uscire allo scoperto per iniziare a cambiare le carte in tavola.

Per acquistare il libro:

http://www.deastore.com/libro/schegge-di-ordinaria-follia-cristina-petrini-gruppo-albatros-il-filo/9788856717532.html

3 pensieri su “Intervista di Alessia Mocci a Cristina Petrini ed al suo “Schegge di ordinaria follia”

  1. Mi ha fatto immenso piacere scoprire su questo blog la mia intervista radio! Eh sì io sono Cristina Petrini e ancora molte cose avrei da dire a dirla tutta!!! E’ passato un anno da quando ho pubblicato e a dirla tutta faccio ancora fatica a riuscir vendere il mio libro, a farmi conoscere perchè seppur ci abbia provato sbattendomi come non mai per tentare di farmi conoscere ancora via tramite interviste o trovando il modo di vendere ancora le numerosissime copie che ho in casa che ho pagato, ma adesso sono solo a prendere polvere! Ho sempre dovuto muovermi da sola per riuscire a farmi conoscere e ancora lo faccio visto che fin ora nessuno mi ha nemmeno dato la possibilità di presentare il mio libro! Alziamo la voce! Facciamoci sentire giovani autori! Si qui lo dico e anche con fierezza, sono una scrittrice e ne vorrei fare il mio lavoro visto che già molti altri libro ho pronti nel mio carnet!!!

    1. Ciao Cristina, capisco la tua situazione ed è simile alla situazione di molti emergenti. Oggi il mercato è cambiato ed è lo scrittore che deve entrare nelle case dei lettori e non il contrario. Bisogna lavorarci…e non sto dicendo che scrivere un libro non sia nulla. E’ tutto. ma è il principio. e come principio bisogna cullarlo. Contattami in privato su facebook, ti do qualche consiglio. Alessia.

  2. Uh per me sarebbe un infinito piacere avere qualcuno che possa darmi dei consigli davvero *D*
    Bè ti lascio la mia mail contattami lì almeno sono sicura di leggere sicuramente tutto!
    E’ un passato un anno e mi rendo conto più che mai che devo fare qualcosa, devo farmi conoscere e seppur so di aver fatto moltissimo mi rendo conto che evidentemente non basta …

    crisspet@interfree.it

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