“A una passante” poesia di Charles Baudelaire

“A una passante”

La via assordante strepitava intorno a me.
Una donna alta, sottile, a lutto, in un dolore
immenso, passò sollevando e agitando
con mano fastosa il pizzo e l’orlo della gonna

Agile e nobile con la sua gamba di statua.
Ed io, proteso come folle, bevevo
la dolcezza affascinante e il piacere che uccide
nel suo occhio, livido cielo dove cova l’uragano.

Un lampo, poi la notte! – Bellezza fuggitiva
dallo sguardo che m’ha fatto subito rinascere,
ti rivedrò solo nell’eternità?

Altrove, assai lontano di qui! Troppo tardi! Forse mai!
Perché ignoro dove fuggi, né tu sai dove io vado,
oh tu che avrei amata, oh tu che lo sapevi!

 

Oh tu che avrei amata, oh tu che lo sapevi!

Il lampo non turba la foglia, la illumina.

Baudelaire è avvolto dal rumore della folla, le persone passeggiano fuori dal caffé nel quale è adagiato. Egli osserva la folla dalla vetrina. La capacità del flâneur è paritaria alla sua incapacità di affrontare quella folla, potrebbe anche percorrere quella via umana di passi, gesti e voci ma sarebbe identico alla sola azione dell’esame oculare.

In quel magma, come un lampo, si manifesta una figura vestita a lutto che in modo impavido e sensuale mostra l’immenso dolore. È una donna, alta, magra, elegante nei gesti. Come un lampo la visione dura pochi secondi, quel tratto di cammino della via che Baudelaire può vedere dalla vetrina del caffè. Un lampo che dura un amore intero, una relazione consumata nell’amore di entrambi sino alla vecchiaia. Una emozione che partecipa della bellezza dell’eterno perché coloro che hanno esplorato l’abisso riescono talvolta a portar seco un frammento di bellezza che occasionalmente vedono anche nel mondo materiale.

È illusione, è creazione fantastica. È una allucinazione ipnagogica che si ciba nella veglia. La malinconia della sguardo del poeta “proteso come folle” ricorda il collo del cigno che si erge verso il cielo assente di acqua. Baudelaire nello sguardo della donna intravede la potenza dell’uragano, il colore livido del cielo.

La visione termina con la notte, con il buio. La donna ha attraversato il suo campo visivo. Egli potrebbe uscire dal caffé, rincorrerla, seguirla. Ma resta fermo, immobile. La scintilla è stata sufficiente per ricordare l’eterno. 

 

In originale
“À une passante”

La rue assourdissante autour de moi hurlait.
Longue, mince, en grand deuil, douleur majestueuse,
Une femme passa, d’une main fastueuse.
Soulevant, balançant le feston et l’ourlet.

Agile et noble, avec sa jambe de statue.
Moi, je buvais, crispé comme un extravagant,
Dans son oeil, ciel livide où germe l’ouràgan,
La douceur qui fascine et le plaisir qui tue.

Un éclair… puis la nuit! – Fugitive beauté
Dont le regard m’a fait soudainement renaître,
Ne te verrai-je plus que dans l’éternité?

Ailleurs, bien loin d’ici! trop tard jamais peut-être!
çar j’ignore où tu fuis, tu ne sais où je vais,
Ô toi que j’eusse aimée, ô toi qui le savais!

 

In lingua inglese

To a Woman Passing By

The deafening road around me roared.
Tall, slim, in deep mourning, making majestic grief,
A woman passed, lifting and swinging
With a pompous gesture the ornamental hem of her garment,

Swift and noble, with statuesque limb.
As for me, I drank, twitching like an old roué,
From her eye, livid sky where the hurricane is born,
The softness that fascinates and the pleasure that kills,

A gleam. then night! O fleeting beauty,
Your glance has given me sudden rebirth,
Shall I see you again only in eternity?

Somewhere else, very far from here! Too late! Perhaps never!
For I do not know where you flee, nor you where I am going,
O you whom I would have loved, O you who knew it!

— traduzione: Geoffrey Wagner

 

Charles Baudelaire, 1865, Photo by Charles Neyt, Brussels
Charles Baudelaire, 1865, Photo by Charles Neyt, Brussels

Charles Pierre Baudelaire (Parigi, 9 aprile 1821 – Parigi, 31 agosto 1867) è stato un poeta, scrittore, critico letterario, critico d’arte, giornalista,aforista, saggista e traduttore francese. È considerato uno dei più importanti poeti del XIX secolo, esponente chiave del Simbolismo, affiliato del Parnassianesimo e grande innovatore del genere lirico, nonché anticipatore del Decadentismo. I fiori del male, la sua opera maggiore, è considerata uno dei classici della letteratura francese e mondiale.

Il pensiero e la biografia di Baudelaire hanno influenzato molti autori successivi a lui (ad es. i “poeti maledetti” di Verlaine, Marcel Proust, Alfred de Vigny, Edmund Wilson ed in particolar modo Paul Valéry), appartenenti anche a correnti letterarie e vissuti in periodi storici differenti, e viene ancor oggi considerato non solo come uno dei precursori del Decadentismo, ma anche di quella poetica e di quella filosofia nei confronti della società, dell’arte, dell’essenza dei rapporti tra esseri umani, dell’emotività, dell’amore e della vita che lui stesso aveva definito come “Modernismo”.

 

Altre opere di Charles Baudelaire presenti in OublietteMagazine:

La disperazione della vecchia

L’albatro

L’orologio

“Ubriacatevi”

Una carogna

Un burlone

La minestra e le nuvole

 

14 pensieri su ““A una passante” poesia di Charles Baudelaire

  1. Al solito, per quanto possa essere fedele la traduzione, il risultato è una nuova composizione, simile ma differente nelle sfaccettature. Tradurre la poesia a mio avviso è scriverne un’altra tematicamente affine.

    1. Questione di di suoni…e il suono anche per Baudelaire…contrariamente a quanto in troppi pensano (sbagliando, a mio avviso, oggi)…ha una fondamentale importanza.
      Non decisamente altra cosa in francese…
      Una sola volta in vita mia ho trovato delle traduzioni piuttosto accettabili…era un Libro di Poesia di Antonio Machado… “Las Orillas del Duero”… mi pare fosse questo il titolo…
      ma lo comprai in Spagna…

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